Notte interiore: Vincent Van Gogh

Sono pochi i nomi che nel panorama artistico risuonano con la stessa intensità di Vincent van Gogh. Le sue pennellate impetuose e i colori delle sue tele hanno il potere di trasportare chiunque in un mondo di emozioni e percezioni uniche. Tuttavia, l’artista porta con sé il peso di una vita tormentata che ha aperto strada a storie che intrigano e affascinano gli amanti dell’arte, oggi ci tufferemo nella sua notte interiore.

Vita tormentata

Il pittore olandese trascorre una vita piena di sfide personali e difficoltà. Van Gogh ha lavorato inizialmente come mercante d’arte e insegnante, successivamente ha deciso di dedicarsi completamente alla pittura. Il suo stile artistico è inconfondibile, riporta colori vivaci lasciati su tela da pennellate audaci che esprimono la sua interpretazione emotiva della realtà. Pur essendo contemporaneo al periodo impressionista ha sviluppato nel tempo un approccio unico alla pittura. Mentre gli impressionisti erano molto attenti al tema della luce, e gli effetti che questa avesse all’aperto, il nostro artista riusciva a esplorare anche le emozioni umane e la spiritualità attraverso la sua arte.

Ha convissuto con problemi di salute mentale per gran parte della sua vita, compresi episodi di depressione e manie. La sua condizione è stata oggetto di dibattito tra storici ed esperti di salute mentale. Le teorie variano, ma la diagnosi più comunemente suggerita è che van Gogh soffrisse di disturbo bipolare.

Questo l’ha portato ad attraversare periodi di profonda tristezza e isolamento alternati a fasi di intensa attività accompagnati da una creatività frenetica. Durante il suo periodo più produttivo ha creato numerosi capolavori, tra cui Notte stellata, Il campo di grano con i corvi e I girasoli. Successivamente, un declino della sua salute mentale l’ha portato a trascorrere gli ultimi anni di vita in ospedali psichiatrici. Muore all’età di soli 37 anni a causa di una ferita autoinflitta.

Nonostante la breve carriera artistica, il lavoro di Van Gogh ha avuto un impatto duraturo sulla storia dell’arte ed è oggi ammirato in tutto il mondo. Bisogna ricordare, però, che il riconoscimento pubblico e il conseguente successo artistico sono arrivati solo dopo la sua morte.

Il mistero dell’orecchio

Forse uno degli episodi più enigmatici e conosciuti della vita dell’artista olandese è il drammatico gesto che l’ha portato a recidere parte del proprio orecchio. Il motivo rimane, ancora oggi, avvolto in un alone di incertezza. Alcuni sostengono che l’incidente fu causato da una discussione accesa con l’amico e collega pittore Paul Gauguin; altri ritengono che Van Gogh potrebbe aver donato l’orecchio a una prostituta locale come un gesto di pazzia affettuosa. La chiarezza su questo evento continua a essere sfuggente, ha sicuramente contribuito alla leggenda dell’artista tormentato, un uomo caratterizzato da uno spirito afflitto da un tumulto interiore incommensurabile.

Testimonianza di questo episodio è anche il celebre dipinto Autoritratto con orecchio bendato. Nella tela, Van Gogh ritrae se stesso di tre quarti, con un cappotto verde bottiglia e un cappello con della pelliccia. Il suo sguardo è penetrante, capace di riflettere la tensione della sua mente. L’orecchio destro è bendato, evidenziando il drammatico incidente che aveva appena avuto. Nonostante la ferita sia celata dalla benda è chiara la sua presenza, caricando di drammaticità la composizione.

Notte interiore

Immagino tu stia fremendo per scoprire qualcosa in più su uno dei capolavori più noti dell’artista, se non il più noto: La Notte Stellata. Tela spiego.

Van Gogh ci presenta un cielo notturno dinamico, con stelle rotolanti in turbine di colori. Alla stregua di un viaggio nell’inconscio, alcuni studiosi suggeriscono che questa opera possa fungere da finestra sulla mente di Van Gogh, offrendo uno sguardo profondo nella sua psiche. È così che la notte stellata si trasforma nella notte interiore dell’artista, espressione del dolore che conserva dentro sé.

Le pennellate restano quelle di sempre, spesse ed energiche, creando una texture palpabile sulla tela. I colori predominanti sono il blu e il giallo, ovviamente non mancano variazioni tonali che vanno dal blu notte intenso alle sfumature di giallo più chiare e luminose. Questo contrasto cromatico è necessario ad amplificare la luminosità delle stelle e la brillantezza della luna. La tecnica pittorica del cielo è in contrasto con la presenza di cipressi scuri nella parte inferiore del dipinto. Questi sono dipinti con pennellate lunghe e verticali, aggiungendo un elemento di elevazione e spiritualità alla composizione.

Osservano la parte inferiore, notiamo un perfetto equilibrio tra la tranquillità terrestre della città e il dinamismo del cielo. La luce delle case della città rappresentata nella parte inferiore della tela suggerisce la presenza della vita umana che porta calma nella quiete notturna, regalando una dimensione terrena in contrasto con quella astrale del cielo. Le stelle rotolanti in turbine di colori sembrerebbero una finestra aperta sulla mente di Van Gogh, che ci offre uno sguardo profondo nella sua psiche. L’uso dei colori vivaci si sposa bene con il riflesso dello stato emotivo instabile dell’artista olandese.

Analizzando la tela, la presenza del cipresso richiama l’immagine della morte. Come il movimento di una fiamma si erge verso il cielo, creando un legame tra lo stesso e la terra, richiamando, quindi la connessione tra la vita umana e quella ultraterrena, vita e morte.

Confessioni al fratello

Si tratta di un quadro realizzato durante uno dei periodi più bui della sua vita. I pensieri suicidi e le allucinazioni avevano preso il controllo dei mesi precedenti, è così che finisce per essere ricoverato in ospedale psichiatrico.

Nonostante il successo odierno dell’opera, Van Gogh sembrava non riconoscerne la bellezza. Al contrario più volte aveva disprezzato le sue stesse produzioni. In particolare, in una lettera scritta al fratello definisce questa come un fallimento, ammettendo di considerare veramente validi solo: Il campo di grano, La montagna, Il frutteto, Gli ulivi con le colline blu, Il ritratto e L’ingresso alla cava. “Il resto non mi dice nulla”, così ha sentenziato il pittore.

Nonostante la breve vita di Vincent van Gogh sono diversi gli aneddoti intrisi di mistero. Oggi abbiamo affrontato l’episodio dell’orecchio tagliato, l’espressione della “La Notte Stellata”. Grazie alle tele del pittore riusciamo a immergerci non solo nelle sue abilità artistiche, ma anche nella notte interiore tormentata. Van Gogh continua a essere una figura magnetica nell’arte, un uomo che ha affrontato l’oscurità con la sua produzione artistica.

Ti aspetto nel prossimo appuntamento per portare lo sguardo oltre la cornice.

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