Colori dell’inconscio: Peter Birkhäuser

Inizia tutto dal volo di una falena fuori dalla finestra. Lo stesso che si è trasformato nei colori dell’inconscio di Peter Birkhäuser. Un dipinto, poi un’interpretazione del suo stesso stato mentale. La lotta dell’insetto verso la luce era analogia della lotta dell’anima verso la coscienza. Un’immagine importante che ha segnato l’artista, portandolo a vivere un periodo di crisi e depressione. La svolta va intercettata nella prigione dei suoi sogni, ma Tela spiego tra un po’.

Il volo di una falena

Peter Birkhäuser nasce a Basilea, in Svizzera nel 1911; affronta un’infanzia difficile, devastata dalla morte prematura della madre. Aveva le idee chiare già da bambino, sapeva di voler diventare un pittore. Coerente con questa visione sono stati i suoi studi artistici e la sua giovane espressione su tela, che aveva trovato simpatia e approvazione generale. Come ti avevo già anticipato, un evento segna la sua carriera: una falena. Una sera, mentre era occupato nei sui lavori in ufficio, aveva notato una falena sbattere ripetutamente contro il vetro della finestra, nel tentativo di raggiungere la fonte di calore più vicina: la luce. La vena artistica di Peter trasforma ciò a cui stava assistendo in un dipinto. Ciò che prende vita è qualcosa di inquietante, che presenta un insetto dalle dimensioni mostruose.

Moth, Peter Birkhäuser 1944-1945

Solo dopo diversi anni, l’artista vede riflesso se stesso in quella rappresentazione. Intercettando la presenza della sua anima oltre l’immagine della falena. La stessa anima che era mossa da un’energia travolgente verso la fonte di coscienza, ma che trovava freno nella prigione del corpo. Quest’ultimo era ormai una gabbia forgiata da un ambiente agnostico e razionalista, che continuava a condurre gli istinti dell’artista contro l’inconscio e la religione.

Era l’inizio di una crisi. L’entusiasmo per il suo lavoro era ormai svanito, dipingere chiedeva uno sforzo sempre maggiore, che si traduceva in lavori lasciati graficamente incompiuti e colmati da sensazioni di disgusto. I momenti di pittura si erano trasformati in pretesti di tortura, che provocavano a Peter senso di impotenza e alimentavano le sue crisi depressive.

Rendere cosciente l’inconscio

Un barlume di luce nelle tenebre della sua depressione l’hanno portato le idee di Carl Gustav Jung, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico. Impressionato dai suoi studi, Peter iniziò ad annotare e analizzare i suoi sogni per poi intraprendere un percorso di analisi che l’ha portato a conoscere Jung stesso.

Carl Gustav Jung (anni ’30)

Come saprai, possiamo considerare i sogni una porta socchiusa verso l’inconscio. Attraverso l’analisi degli stessi, si può accedere alla dimensione più profonda della psiche. È così che il lato creativo della sua personalità inizia a caricarsi di un nuovo valore spirituale, con un focus maggiore sulle immagini che emergevano dal suo inconscio. I nuovi lavori, non vennero ben accolti dalla comunità artistica dell’epoca. Oggi, invece, sono testimonianza vivida di una realtà dirompente. Lo scopo della psicologia junghiana, infatti, è quello di rendere cosciente l’inconscio, ovvero rendere evidente ciò che, nell’arco della vita, è stato rimosso. 

“Ho sperimentato un potere dentro di me che non è lo stesso del mio ego cosciente. Mi ha costretto ad adottare un percorso completamente estraneo al mio atteggiamento cosciente, un percorso che contraddiceva totalmente la mia volontà e tutto ciò che consideravo importante. Prima di poter obbedire a questo potere, ho dovuto prima essere schiacciato e quasi distrutto. Spesso ho pensato che fosse un peccato che questo processo avesse richiesto così tanto tempo, ma ora, ripensando a migliaia di sogni e ai sacrifici di un lungo e duro sviluppo, posso capire quanto sia stata preziosa l’esperienza”.

Peter Birkhäuser

Dopo aver fatto un salto nella vita di Peter, vorrei che portassi lo sguardo oltre la cornice delle sue opere, per accedere alla sua dimensione inconscia. Bisogna precisare che i quadri, che l’artista ci presenta, riflettono non solo la sua situazione psicologica personale, ma anche lo spirito collettivo dell’epoca che rivela ciò che avviene nelle profondità dell’inconscio collettivo stesso.

Oltre le prime opere

Tuffandoci nel vivo della sua produzione, vorrei condurre la tua attenzione a due delle opere che ben descrivono il mondo interiore di Peter durante il periodo depressivo.

Il tentativo di rappresentare la depressione è affidato a un regno psichico che protende verso l’artista con tentacoli di nebbia o ectoplasma. Questi afferrano il suo corpo, dissolvono la sua testa e lo portano in una condizione di sospensione in uno spazio in cui cadono tutti i riferimenti solidi sotto i piedi dell’artista.

Depression, 1954-1955, Peter Birkhäuser
Depression (#2), date unknown, Peter Birkhäuser

Rappresenta, in entrambe le tele, la nevrosi della sofferenza di un’anima che non ha ancora trovato una via per raggiungere la luce della coscienza. Sebbene, in un primo momento, possa apparire come la rappresentazione di un mero stato di sofferenza, bisogna andare oltre la prima impressione, per intercettare un secondo significato: abbracciare la cura che la sua sofferenza offre.

Colori dell’inconscio collettivo

Vorrei che portassi lo sguardo oltre la cornice di un quadro in particolare: The Magic Fish.

The Magic Fish, 1961, Peter Birkhäuser

Osservando la tela una prima volta, avrai notato sicuramente la rappresentazione di un pesce. Tuttavia, basta regalare un secondo sguardo all’opera affinché emergano altri dettagli. È così che ciò che in un primo momento sembrava un semplicissimo pesce, diventa ora una vita che nasce dall’abbraccio di due figure. Queste nuotano in simbiosi verso la profondità dell’inconscio. Oltre a quelle già menzionate, hai notato un’altra figura? Un occhio? Un naso? Esatto. Se presti attenzione, è possibile individuare nello sfondo una figura che, silenziosamente, osserva la scena. Non sappiamo se si tratta di un Dio o un’entità sconosciuta, ma ciò che è evidente è che rappresenti l’onniscienza di uno sfondo cosmico che osserva tutto.

Segreti ancestrali

Come altre opere di cui abbiamo già parlato, non esiste un’unica interpretazione, anche questa volta proverò a condurti dentro l’arte attraverso il mio sguardo.

Il pesce potrebbe essere il risultato di un processo che porta in armonia degli aspetti duali dell’uomo. Potrebbe suggerire un processo di trasformazione e rinascita, infatti, visto il suo legame con l’acqua, è spesso associato ai simbolismi legati alla vita e alla rigenerazione.


Nell’intreccio degli enigmi, non possiamo trascurare il richiamo alle teorie di Carl Jung, le cui parole danzano come ombre nascoste nell’opera. Il pesce, che nasce dall’abbraccio delle figure umane, emerge come un simbolo del profondo inconscio collettivo. L’emanazione di un archetipo primordiale, che porta con sé i segreti ancestrali dell’esistenza umana. Il pesce, nel suo mistero, incarna i cicli di vita, morte, rinascita e trasformazione, come le onde eteree del destino. L’abbraccio avvincente delle due figure evoca l’unità degli opposti, un tema tessuto nei fili dell’anima, rivelando la dualità che risiede nel cuore dell’umanità e la ricerca perenne di equilibrio tra le forze contrapposte dell’esistenza.

Potremmo, quindi considerarlo, un invito rivolto agli osservatori a esplorare il significato più profondo che si nasconde nell’immaginario umano e a riflettere su come questi simboli universali influenzino la nostra comprensione del mondo e di noi stessi. Spero che tuffarti nell’abisso di Peter Birkhäuser sia stato interessante, ti aspetto al prossimo appuntamento, per altre riflessioni!

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